Alessandro Lamantea
La Mantea Private Gallery of Art, Italy
Il brano è una “visione musicale” di un particolare paesaggio italiano scoperto lungo l’A3 tra Basilicata e Calabria. “Paesaggio” è un gioco pittorico-teatrale dove scenografia audio, paesaggio sonoro e immaginario spaziale si intrecciano in un linguaggio narrativo di suoni nel tempo. I processi creativi, infatti, coincidono con le Arti su supporto come la pittura o il cinema: figure, sfondo, articolazioni, pennellate e molte tecniche (accelerandi, reverse, rallenty...).
Dalla foto panoramica del paesaggio sono state ricavate le linee curve delle montagne e misurati gli eventi sonori nel tempo. La strutturazione della “trama” è infatti insita nel paesaggio: le durate corrispondono all’effettiva lunghezza degli objects naturals; le frequenze seguono l’effettiva altezza degli elementi raffigurati; gli espedienti timbrici seppur “astratti” poiché si discostano dalla “partitura”, restano sempre naturali: ogni zona orizzontale del paesaggio ha una famiglia di timbri naturali (le curve delle colline sono suoni di insetti, quelle dei boschi sono uccelli, gli elementi antropici hanno suoni “umani”, l’albero iniziale e quello finale sono rappresentati con dei temporali) o sintetici (le curve dei monti sono somme di sinusoidi e piramidi di armonici), tutti pensati anche in base alla loro distanza, all’altitudine, alla stagione (zone fredde/calde)...
Questo brano è una creazione di ambient per agglomerazione, arricchita con tecniche compositive della Musique Acousmatique (Bernard Fort - Lyon, France, 1954) che registra e riorganizza la natura e della Landscape Music (Trevor Wishart - Leeds, England, 1946) che modifica e integra l’habitat naturale.
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