Vincenzo La Mantea
Il pittore della luce
• 1928
Il 4 settembre Vincenzo La Mantea nasce a Girifalco (Catanzaro) – Italia. Quarto di sei figli nati da Vincenzo Antonio Lamantea, emigrato in America, e da Vincenzina De Filippo.
• 1928-46
Dopo la terza elementare inizia a lavorare come sarto nei laboratori del suo paesino. Entra in contatto quindi con il mondo dell’arte frequentando le botteghe degli zii materni falegnami ebanisti e pittori-decoratori (mastri Giovambattista, Peppe e Michele De Filippo) dove è stimolato all’artigianato di tipo rinascimentale. Nel frattempo studia musica e impara a suonare il flauto nella banda locale.
Il paesaggio campestre di questo paese calabrese sarà più tardi fonte di ispirazione per i colori e le stagioni.
• 1938
Sin dalla più tenera età ha occasione anche di frequentare l’atelier del conterraneo calabrese pittore Andrea Cefaly (espressionista di Cortale, allievo di Casorati a Torino e nipote dell’omonimo pittore garibaldino) ma il giovanissimo La Mantea apprezza solo la pittura ottocentesca del nonno non riuscendo a comprende subito il valore dell’arte del nipote.
• 1946-50
A 18 anni è chiamato dal padre in America, dove si stabilisce nella città di Red Bank nello Stato del New Jersey. Qui svolge il lavoro di sarto.
In questo ambiente multiculturale, appena può, si diletta a praticare la musica classica suonando l’oboe, il flauto e l’ottavino in un’orchestra della città.
• 1950-52
In qualità di cittadino americano è chiamato alle armi dal governo degli Stati Uniti e mandato in guerra in Corea.
• 1952
Si trasferisce a New York dove, grazie alla lezione del maestro Cefaly, comincia a frequentare l’ambiente artistico del Museo Guggenheim, del Metropolitan Museum e dell’Opera House, degli studi di pittori, scultori, critici e galleristi newyorkesi. Ben presto si confronta e diventa amico dei grandi autori dell’astrattismo contemporaneo su scala mondiale: Mark Tobey, Franz Kline, Willem De Koonig e il connazionale Renato Birolli.
• 1953
Studia quindi all’Art Students League di New York con George Grosz e inizia a praticare una pittura moderna e all’avanguardia internazionale: astrattismo concreto, lirico, espressionistico, action painting…
• 1953
Il 1 novembre 1953 si sposa con Paola Assunta Fodaro, una maestra di scuola dell’infanzia; gli darà sette figli tutti maschi che incoraggerà a studiare l’arte della musica in modo professionale.
• 1954
Alterna viaggi di studio e di lavoro tra l’Italia e la metropoli americana.
• 1957
Espone per la sua prima vera volta a New York alla City Center Gallery, “un antico mulino a vento trasformato in una stupenda galleria d’arte”, Qui stringe amicizia con Geza de Vegh, pittore, critico, gallerista e collega di studi del nudo.
• 1958
Rientra definitivamente in Italia nel suo paesino natio e riprende a lavorare in chiave “nuova figurazione”: una varietà di astrattismo concreto dove si cominciano a intravedere, abbozzati, i primi “oggetti pittorici”.
Riprende a frequentare, ora più approfonditamente lo studio del maestro Andrea Cefaly fino alla sua morte (1985). Da quel momento tutta la sua futura produzione sarà idealmente ispirata all’espressionismo “satirico” del suo primo maestro.
Non tralascia intanto le occasioni per continuare a praticare la nobile arte musicale suonando nella banda locale diretta dal Maestro Francesco Malfarà.
• 1961
Si dedica a personali, collettive, concorsi e vince più volte primi premi lungo tutta la Penisola: Vibo Valentia, Catanzaro, Milano, Suzzara (Mantova), Recanati, Catanzaro, Macerata, Crotone, Pizzo, Tropea, Roma, Lamezia Terme, Rende (CS) …
La Mantea comincia a intraprendere quindi una propria strada, una nuova poetica che realizza una felice sintesi di luce-colore. Una trasformazione stilistica, quindi, a ritroso rispetto al consueto passando dall’Astrattismo lirico del periodo newyorkese all’Espressionismo “satirico” del maestro Cefaly a una singolare sintesi di “Espressionismo Impressionista”.
Insegna per vari mesi nella Scuola di Pittura Ergoterapica per i degenti dell’Ospedale Psichiatrico di Girifalco (Catanzaro): singolare esperienza formativa che contribuirà ad acuire la sua introspezione psicologica nel ritrarre i soggetti pittorici.
• 1963
Nell’occasione della doppia vincita del prestigioso premio nazionale Villa San Giovanni (edizioni 1963 e 1964) conosce il maestro Ugo Ortona, professore di Paesaggio dell’Accademia di Roma. Il suo secondo maestro, che frequenterà nello studio estivo della vicina Borgia, offre nuova ispirazione e suggerisce ulteriori spunti sullo studio dal vero e sulla composizione della luce.
• 1969-1971
A Milano frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, con Aldo Salvatori e Gino Moro.
Nel capoluogo lombardo espone alla Galleria Pegaso e alla Galleria d’Arte Cernaia riscuotendo sempre unanimi consensi dall’attenta critica e dal colto pubblico. Le sue opere analizzate dai più severi critici d’arte lombardi sono recensite dai giornali nazionali e vengono battute alle aste con stime molto elevate.
• 1973
Il La Mantea, dopo aver raggiunto il successo, decide di allontanarsi dai proiettori e dalle lusinghe del successo e del denaro: rifiuta vari contratti per la produzione di opere su commissione proposti da facoltosi galleristi americani ed europei.
Si rinchiude quindi in una fase mistica, dedicandosi ai soggetti sacri ma senza mai abbandonare la sua ormai raggiunta sintesi stilistica.
Dipinge il “Cristo con i girasoli”, su commissione dello storico passionista P. Carmelo Amedeo Naselli.
• 1974
La scelta di ritirarsi dai grandi circuiti nazionali e internazionali fa diminuire le vendite delle opere e per compensare l’economia della numerosa famiglia, si diploma al liceo artistico e comincia a insegnare nelle scuole statali senza però mai abbandonare il suo amato cavalletto.
• 1980
Tra le opere pubbliche realizza i grandi mosaici del monumento ai Carabinieri, caduti per l’esplosione di un elicottero su Monte Covello nel territorio comunale di Girifalco (CZ) avvenuta il 31 ottobre 1977.
• 1981
Continua ad alternare l’insegnamento con una prolifica produzione artistica. Nel suo studio riceve artisti e letterati, allievi ed estimatori. Molti mercanti d’arte americani ed europei provano ancora ad offrire allettanti contratti artistici, ma il La Mantea preferisce tenersi fuori dal giro.
• 2000
Realizza su commissione del Comune di Girifalco (CZ) un bassorilievo in bronzo per il Giubileo 2000 sito in via Migliaccio. In altre sedi, momenti e occasioni dipinge numerose grandi opere pittoriche scenografiche per rappresentazioni teatrali.
• 2001
Intanto prosegue incessantemente il suo “rilassamento preferito: dipingere!”
Gli restano sempre accanto, oltre alla numerosa famiglia, il nipote pittore Giuseppe De Filippo e il pittore Giuseppe Rocca.
• 2011
Il 6 luglio 2011 dopo una vita di costante e prolifica creazione lascia una produzione enorme, come un sito archeologico in parte ancora da scoprire e valorizzare.
Via Roma 86, Girifalco (CZ) - 88024
+39 338 330 4804
info@lamantea.com